‘Nato mediatore’, Giuseppe Conte è diventato un politico a tutti gli effetti. Uno dei più apprezzati dagli italiani.
Giuseppe Conte era arrivato a Palazzo Chigi da perfetto sconosciuto e si era fatto apprezzare per le sue doti di mediatore. Ha conciliato, anche bene, due mondi distanti (forse non così tanto con il senno di poi) come la Lega e il Movimento 5 Stelle. Il premier era il garante dell’equilibrio. E ha ricoperto il ruolo con maestria, rifilando colpi al cerchio e alla botte.
L’evoluzione del Premier Conte, da arbitro a politico
La situazione è cambiata drasticamente con il secondo governo, quello formato da Movimento 5 Stelle e Pd con l’aggiunta di Italia Viva. Il Premier ha preso confidenza con il Palazzo e soprattutto è diventato decisamente intraprendente. Troppo secondo i critici.
Si è dovuto misurare con l’emergenza coronavirus. La pandemia ha travolto l’Italia e il premier ha lasciato spazio agli esperti. Con il senno di poi scelta saggia. Al momento delle riaperture sono venuti al pettine tutti i nodi. Al momento di pianificare il rilancio del paese il castello di carte è crollato.
La prova più dura: la ripresa dopo l’emergenza coronavirus
Pd e Movimento 5 Stelle hanno idee differenti sul futuro dell’Italia. Priorità diverse figlie di sensibilità politiche così diverse da risultare contrastanti. Molto spesso. In questo marasma, nel bene o nel male, il giudizio è personale a questo punto, Conte ha preso in mano le redini della situazione. Ha scavato una via di fuga per rompere l’assedio. Da una parte l’Unione europea, da un’altra il Centordestra, dall’altra una maggioranza divisa, poi gli italiani sull’orlo della disperazione.
In poche settimane Conte ha provato a dare una risposta – o una promessa – a tutti. All’Ue ha fatto vedere le buone intenzioni con gli Stati Generali durante il quale è stato presentato un piano che se rispettato e portato a termine porterebbe l’Italia nel futuro. Al Pd e al Movimento 5 Stelle ha concesso meno iniziativa. Ha invertito i ruoli. Lui ha avanzato le proposte e la maggioranza si è espressa, spesso anche dividendosi. Ma il premier aveva sempre un qualcosa in mano. E soprattutto aveva in mano le redini del gioco. Il nodo irrisolto resta quello con il Centrodestra che continua a denunciare uno scarso coinvolgimento.
Un Presidente del Consiglio che scende in strada
E non è tutto. Accusato di vivere chiuso nel Palazzo, Conte non ha risparmiato uscite a sorpresa, spesso per le vie del centro storico della Capitale ma siamo arrivati anche al Cinema America. Una partecipazione fortemente simbolica.
In questi mesi Giuseppe Conte è diventato un politico. Ed è naturale che attiri su di sé più critiche di quante non lo raggiungessero agli esordi. Ha iniziato a fare il Presidente del Consiglio svestendo la divisa da arbitro. E la sensazione è che in fondo la nuova dimensione non gli dispiaccia. Come è giusto che sia.